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Immagine Impianti di riscaldamento a pavimento

Impianto di riscaldamento a pavimento: premesse tecniche e realizzazione


data 28/02/2023
Le premesse tecniche

La prima cosa da valutare è il fondo su cui andrà realizzato l’impianto, ovvero il sottofondo sul quale sarà posato il tappeto.
In secondo luogo, va verificato lo spessore che il sottofondo stesso raggiungerà.
Dal canto nostro, sconsigliamo uno spessore inferiore a cinque centimetri, ai quali poi si aggiungerà, naturalmente, quello delle piastrelle. Nel caso di abitazioni con soffitti molto alti dunque, si può procedere anche alla sovrapposizione, senza demolire il pavimento preesistente. Naturalmente in questo caso, occorrerà tenere conto delle soglie di accesso alle aree esterne.
Su questo massetto, spesso almeno cinque centimetri, si posa un tappeto bugnato e coibentato, la cui parte inferiore è realizzata in polistirolo. Le bugne di cui questo tappeto è dotato, serviranno ad agevolare la stesura dei tubi nei quali scorrerà l’acqua calda che scalderà il cemento e, di conseguenza, il pavimento.
Si tratta di una fase delicata che richiede accortezza e l’intervento di professionisti esperti e preparati quali: ingegnere, termotecnico e idraulico.
Viene anche realizzato un disegno dei tubi che descriva la loro esatta distribuzione nei vari ambienti domestici.
Di fatto si tratta di un unico tubo che viene steso tenendo conto delle esigenze di riscaldamento delle varie zone della casa. Il tubo converge in un collettore, il quale distribuisce l’acqua tra i diversi ambienti.

La realizzazione del sottofondo

Il sottofondo sul quale sarà steso il tappeto può essere di tipo tradizionale, ovvero in sabbia e cemento (il cosiddetto massetto in “terra bagnata”), oppure realizzato con prodotti premiscelati: fluidi autolivellanti.
Questi ultimi possono essere stesi con pompe specifiche, simili alle pompe intonacatrici, che calibrano l’acqua e stendono il prodotto.
Uno dei migliori prodotti per questa soluzione è Flowtech di Kerakoll, può apparire “caro”, ma è realizzato con additivi specifici che favoriscono l’irraggiamento del calore.
A prescindere dal tipo di prodotto utilizzato per la sua realizzazione, comunque, molto importanti sono i tempi di asciugatura del massetto.
A questo proposito, va chiarito subito che l’aspetto esteriore non basta a giudicare il livello di asciugatura del massetto: esternamente, infatti, questo può apparire asciutto in tempi brevi, ma in realtà può contenere al suo interno ancora una buona quantità di umidità.
L’umidità, una volta stese le piastrelle, tenderà a condensarsi e a fare pressione fino a farle saltare.
In particolare, possiamo dire che il massetto tradizionale (restando nei cinque cm) si asciuga completamente in trenta giorni circa: passato questo periodo, si possono applicare le piastrelle senza problemi.
Il massetto realizzato con il prodotto specifico di Kerakoll menzionato più su, invece, è calpestabile già dopo diciotto ore, ma va lasciato asciugare per una settimana, al termine della quale viene sottoposto a piccoli shock termici con apposite macchine per il riscaldamento. L’azienda fornisce tutte le istruzioni riguardo alle temperature da utilizzare e alle tempistiche.
Finita questa procedura, il massetto è pronto e le piastrelle possono essere applicate.
Qualche volta sono visibili piccole crepe sulla superficie, ma non si tratta altro che di capillari di assestamento che non rappresentano alcun problema.
Insomma nella realizzazione di un riscaldamento a pavimento, la precisione e l’accortezza nella fase preliminare sono essenziali.
L’opzione migliore è quella di affidarsi ad una ditta in grado di gestire tutte le fasi della realizzazione, anche avvalendosi di collaborazioni con professionisti esperti e preparati.
In caso contrario, occorre scegliere autonomamente e con attenzione, per ciascuna fase, professionisti qualificati.

 
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